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Apologia di un malato che non c’era, liberamente ispirato a Il malato immaginario di Molière è uno spettacolo che esplora la condizione umana attraverso gli occhi di un uomo che lotta contro qualcosa di invisibile, che non c’è. Interpretato da attori detenuti, il lavoro si sviluppa in un dialogo interiore e collettivo, evidenziando un mondo che spesso tende ad ignorare le sofferenze “invisibili” e le voci marginalizzate, talvolta approfittando della condizione di svantaggio per esercitare una egemonia intellettuale. Il protagonista vive un’esistenza in bilico tra realtà e follia, si percepisce come “malato” sebbene nessuno lo riconosca come tale e la sua apologia si trasforma in un atto di denuncia, dove ogni singolo personaggio in scena diventa un frammento di un più ampio concetto.

In fondo, tutti sono o sono stati prigionieri di un sistema che non vede oltre le apparenze, che non riconosce il dolore di chi non ha una “ferita” visibile.

Il pubblico è così chiamato ad entrare in sintonia con gli attori, a riflettere sulla solitudine e sull’invisibilità che spesso accompagna chi vive una condizione di fragilità, qualunque essa sia. In un gioco di specchi tra palco e realtà, lo spettacolo mette in discussione i dogmi sociali aprendo una riflessione sul concetto di umanità, dignità e percezione delle tali, portando in scena non solo il testo ma anche il vissuto stesso dei protagonisti e trasformando la scena in un’esperienza di autentica testimonianza.

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Le Crisalidi Società Cooperativa Sociale

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